Oggi piove, c’è nell’aria l’odore della pioggia d’estate. Ho guardato il mio letto ancora da rifare, le lenzuola arruffate e i cuscini sparsi e mi è venuta voglia di passarci la giornata, il naso sotto la finestra ad aspirare quel profumo meraviglioso, guardare le lunghe gocce cadere, il cielo grigio ma luminoso, come la promessa di un pomeriggio assolato e caldo.
Mi ha ricordato la pigrizia delle lunghe giornate estive da ragazza, quando era finita la scuola e potevi fare del tempo tutto ciò che volevi, ma internet era lontano e quindi spesso leggevo, facevo passeggiate, andavo in bicicletta, nelle ore più calde ascoltavo la radio sdraiata sul mio letto, a fissare le mosche che ronzavano sul soffitto.
Mi annoiavo? A volte. Ma certo ho nostalgia di quei pomeriggi, di quelle sere in cui guardavamo tutti insieme “Giochi senza frontiere” con sottofondo di zampirone e ghiaccioli e poi veniva il giorno in cui andavamo in vacanza veramente, al mare.
E quando là pioveva, era magico: anche se in campeggio era piuttosto scomodo, perchè ti si riempivano i piedi di terra in un secondo e tu giravi praticamente solo in ciabatte, l’aria si rinfrescava subito e si doveva indossare la felpa o i calzoni lunghi, la coperta sul letto, mangiare in veranda: era come un piccolo assaggio di autunno, come se settembre ti chiamasse con la promessa di nuove avventure e novità, la scuola, gli amici “di città”, i sogni che ancora non avevi fatto.
E il giorno dopo ti svegliavi e il sole era ancora alto e splendente e non vedevi l’ora di correre di nuovo in spiaggia, chiedendo a settembre di aspettare ancora un po’, di farti godere ancora di quell’estate infinita.