Ossessione

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Ci sono dei momenti in cui vorresti fermare tutto, tirare un profondo respiro, sorridere e dire: “Ecco: questo non lo dimenticherò mai.”

Ma non è possibile, non funziona così.

Ho l’ossessione di volermi ricordare tutto di te, di noi, la nostra complicità, i nostri giochi, il profumo della tua pelle e del tuo alito, dolce e innocente. La tua incredibile forza, i tuoi sguardi quando scopri qualcosa di nuovo, i tuoi buffi sforzi per stare in piedi le prime volte, quando assaggi un sapore diverso dal solito.

Come avrei voluto fissare nella memoria specifici momenti con tuo padre, che ricordo solo nel momento in cui qualcun altro li nomina, ed io: ”Ah, già, me lo ero proprio dimenticato; peccato”.

E altrettanto mi succede con tutte le persone importanti per me, la mia famiglia, i miei amici.

Non voglio credere che il reset delle informazioni da ricordare sia un processo randomico del cervello; mi piace pensare che il cuore ci metta il suo, dicendo “Ehi, vi ricordate qui quanto siamo stati bene/male? Questo è da tenere. Questi giorni invece sono stati tutti troppo uguali o tristi per lasciare traccia, mandiamoli via.”

Credo di avere nella testa una enorme scatola cinese con miliardi di cassettini, tutti contrassegnati da una apposita ma buffa etichetta, tipo “Primino al liceo che ti ha rovesciato addosso il caffè”, “Capriole di Martino nella pancia”, “Dichiarazioni d’amore ubriache”, “Profumo di pizza”, e cose così.

So di dover lasciare andare via un sacco di cose, ma non smetterò di sforzarmi di fare delle Polaroid mentali.

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