Archivio mensile:febbraio 2012

Musicalmente_2

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Ne ho saltate tante, di canzoni, e quindi urge una appendice!!

[Dance Anni ‘80]

Non c’è una canzone in particolare che vorrei ricordare, mi piace tutta praticamente. La ho “assorbita” dalle pareti della stanza di mio fratello, più grande di me, che la ascoltava a ripetizione. Ricordo quando giocavamo a calcio in cameretta, io sotto la scrivania e lui tirava, e quando abbiamo rotto il vetro! Quando volevamo continuare a giocare, ma ero diventata troppo alta per la scrivania…

[Buon Compleanno, Elvis!, Ligabue]

L’album del Liga che credo di aver ascoltato più di tutti e che ho fatto ascoltare a tutti! In gita ero ossessionante, fan sfegatata e molesta! Quante emozioni mi hai regalato, quante ancora me ne susciti…. sogni di adolescente che già profumavano di età adulta, speranze e rimorsi, e con le tue parole mi immaginavo storie, peronsaggi, colori e odori. Grazie.

[Lemon Tree, Fools Garden; Tremarella, Persiana Jones e Paris, Après la classe;  Tainted love, Soft Cell ]

Queste canzoni mi ricordano tre delle mie migliori amiche; momenti passati a ridere, piangere, scambiarci consigli e speteguless; sempre insieme, nel bene e nel male.

[Blue, Eiffel 65; Boom, boom, boom, boom,  Vengaboys]

Lo riconosco, canzoni un po’ tamarre, ma mi ricordano uno dei periodi più felici ed emozionanti della mia vita, periodo in cui sono riuscita a fare breccia nel cuore della persona che ho desiderato per anni. Queste canzoni non sono legate alla persona in sé, ma alla sensazione che mi pervadeva in quel periodo: mi sentivo leggera, vitale, una corrente ed una luce mi pervadevano da dentro, ancora prima che tutto succedesse davvero, ma io sentivo che stava per succedere tutto davvero. Felicità di gioventù pura.

[Inedito, Laura Pausini e Gianna Nannini; Vertigine, Negrita]

Mi manca semplicemente il fiato dalla felicità quando la sento, perché il testo è dannatamente azzeccato. Per te.

Penso:

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Certe volte mi chiedo: ma agli altri, che gliene frega di quello che scrivo? E poi ripenso: non scrivo per gli altri, scrivo per me. E molto spesso mi deludo, perché il mio più grande sogno è diventare scrittrice, ma non ci metto mai davvero, e non so dirmi il perché, se sia più grande la mia incostanza o la mia paura. Penso anche a tutti coloro che hanno un sogno nel cassetto, a tutti quelli che lo hanno raggiunto, a tutti quelli che non lo raggiungeranno mai, e alle differenze che intercorrono tra i tre.

 I primi penso siano coraggiosi, da un lato, per avere ancora dei sogni in un mondo diventato ormai così cinico; ma anche un po’ timorosi, di quello che effettivamente potrebbero diventare, di quello che la gente potrebbe dire se ci provassero davvero. I secondi sono solo da ammirare e un po’ da invidiare: la tenacia, la costanza, le idee chiare (e probabilmente una buona dose di fortuna) gli hanno permesso di realizzare quello che volevano. I terzi invece sono codardi, perché passano il tempo solo a sognare invece di concretizzare quello che vorrebbero dalla vita.

E io ho una paura fottuta di passare dalla prima alla terza categoria. Cosa, cosa mi manca? Cosa mi frena dal provarci davvero?? Qualcuno ha una ricetta magica per vincere l’ignavia che ogni tanto mi prende???

Just Vale

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Ieri sera chiacchieravo con una mia amica. Ha 25 anni. Le dicevo “Eh, com’ero diversa alla tua età!” e lei “Ma va là, non farmi ridere, cosa potevi avere di così diverso?”

 Anche se dormivo sei ore, il mattino dopo non mi sentivo come se mi avessero pestato la notte precedente. Digerivo tutto, e anche se andavo a dormire appena dopo aver mangiato, non stavo sveglia ore rigirandomi nel letto fino a che le cipolle non avevano fatto il giro dei miei succhi gastrici. Potevo dormire 12 ore (quasi) filate. Reggevo decisamente di più l’alcool. Dovevo rientrare a casa prima, ma avevo più voglia di stare in giro. Non ero mai così stanca ogni giorno. Vivevo ancora con mamma e papà. Facevo ancora l’università. Avevo ancora la Panda! Avevo più resistenza nelle attività fisiche e più elasticità. Quando andavo a lavorare, era un posto in cui facevano musica dal vivo, e anche se finivo alle 4 del mattino, era bello e mi divertivo come una pazza, senza dare di matto perché ci pagavano una miseria ed eravamo in nero. Frequentavo sempre i soliti posti, i soliti amici, viaggiavo poco. Se non mi andava di fare un xxxxx quel giorno, non lo facevo e basta. Dopo pranzo, a scelta, giocavo un po’ al pc o guardavo i cartoni o dormivo. Per fare l’amore si doveva andare in camporella. Ascoltavo spesso musica assurda. Uscivo poco con le mie amiche, sempre in compagnia con moroso e amici suoi (CHE ERRORE!) Avevo poca fiducia in me stessa, e spesso un senso di inferiorità verso gli altri.

 …in 5 anni…

Mi sono laureata. Ho trovato un lavoro fisso. Ho cambiato macchina, ereditando quella usata di mio fratello… Ho capito cosa si intende con la parola “stress”. Ho visto cosa vuol dire “vivere per lavorare”, e ho capito che non farò MAI quella scelta. Sono stata lasciata dopo 8 anni di “fidanzamento”. Sono andata a vivere da sola. Ho imparato come si fa e ho capito che c’è un perché se si è sempre stanchi. Ho imparato comunque che finchè si è stanchi perché si esce e ci si diverte, va bene lo stesso. Mi è cresciuto l’amor proprio. Ho perso degli amici che credevo sinceri, trovandone fortunatamente altri sulla strada. Ho ripreso i contatti con le mie amiche, ricreando magie dimenticate. Sono stata piacevolmente stupita dai casi della vita. Mi sono innamorata di nuovo. Sono andata a convivere. Ho quasi voglia di moltiplicarmi e avere una famiglia. Viaggio. Vado a molti concerti. Ascolto bella musica. Ho imparato a cucinare. Amo l’arredamento e il fai da te. Ho moltissimi amici con cui fare innumerevoli cene, gite e serate divertenti! Mi dedico a ciò che mi piace davvero. Mando a quel paese la gente senza farmi troppi problemi, se subisco un torto.

Non oso pensare  cosa mi aspetta tra 5 anni…..

Ti Ammiro

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Ti ammiro.

Ti ammiro per come hai saputo affrontare tutto quanto, per come hai reagito di fronte alle notizie e alle avversità, per come ti sei presa cura di tutto. Ti ammiro per la tua forza ed il tuo coraggio; al tuo posto, non so se sarei riuscita a fare lo stesso o mi sarei lasciata andare alla disperazione. Ti ammiro per come stai superando tutto. Ti ammiro per come sei, per quello che nonostante tutto sei riuscita a diventare, per quello che potrai costruire, per quello che hai in mente di realizzare. Sono sicura che Lei è fiera di te, come lo sono io.

E ammiro anche te, per come in tutti questi anni hai reagito alle avversità e alle cattiverie ingiustificate di una persona che in realtà dovrebbe volere solo il tuo bene, per la bella persona che sei diventata nonostante gli ostacoli che hai dovuto superare, per come sei riuscita a rialzarti sempre, dopo ogni caduta.

Spero di riuscire ad avere anche io il coraggio che avete dimostrato quando la vita non è andata proprio come avete sperato, e di avervi ancora accanto quando questo succederà a me.

Trenitalia

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Trenitalia. Che grande mondo.

Non voglio stare qui a polemicizzare sterilmente sui servizi offerti da questa grande, infame compagnia, anche perché sarebbe troppo facile lamentarsi dei treni gelati d’inverno e fornaci d’estate, della gente che deve uscire dai finestrini perché le porte sono bloccate, di persone che perdono le mezz’ore di stipendio (se non peggio) per colpa dei ritardi…

Vorrei parlare invece dell’adorabile vecchina che l’altra sera ci ha fatto compagnia sul treno; ho incontrato una mia vecchia amica, e sul treno in arrivo sul nostro binario c’era anche il neomarito, anch’esso un amico di vecchia data.  Ci sediamo con lui e vediamo che si sta intrattendo con un’amabile vecchina, di età imprecisata tra i 75 ed i 90 anni, dotata di una megaborsa di pelle nella quale aveva appena finito di frugare, con poca discrezione, una meno amabile giovinotta sulla metropolitana, anche se la signora non sembrava esserne stata troppo turbata. La Miss Marple del Regionale delle 17.32 aveva appena finito di predire il futuro da padre del mio amico, che a quanto pare sarà genitore di una bambina un fantomatico giorno, “Perché su queste cose non mi sbaglio mai!” sentenzia l’adorabile nonnina. Noi ci guardiamo e sorridiamo annuendo.

Dopo aver fatto i complimenti ai miei amici per essersi sposati, si è informata sul mio stato attuale, accertandosi che non fossi una zitella. Ha poi aperto una filippica sul suo, di matrimonio, facendoci divertire un sacco. Ha conosciuto per caso suo marito, e per entrambi è stato un vero e proprio colpo di fulmine a Sanremo, d’estate. Ogni anno tornano nell’albergo in cui è scoccata la scintilla per il compleanno del marito, a Ferragosto, e a quanto sembra offrono champagne, per festeggiare, a tutto l’albergo. Le abbiamo detto che saremmo andati anche noi a fare un giro a Sanremo per Ferragosto, quell’anno. Ci ha raccontato poi che lei ha fatto la preziosa, che “era una furbetta!”, ma lui di più, che si appostava a sotto casa di lei la notte ma che lei non gli apriva mai, “mica ero tanto facile, sa!”, che fra tutti e due erano e sono ancora tremendi! E che ne combinano di cotte e di crude. Infine, ha fatto tutto un racconto su sua (credo) nuora? Moglie di un nipote? Non s’è capito…..che le regala “tutti i Natali” delle statuine di Swarosky e che con gli anni si sono accumulate, e non sa più dove mettere….ci ha quindi messo al corrente dell’acquisto fatto appositamente di un armadietto probabilmente della sua epoca, di costo compreso tra i 3.000 e i 10.000€, credo, “che alla fin fine si intona perfettamente nella nostra casa! Sa, abbiamo dei super tappeti super tende super letto tappezzeria bellissssssima ostriche e champagne”…

A fine conversazione io mi sentivo un po’ una pezzente. Il fatto bizzarro è che di solito queste ostentazioni di ricchezza mi infastidiscono; non ti giudico certo per i soldi che hai. Ma quella vecchina aveva un modo di raccontare e di essere felice della vita, e ancora del suo matrimonio, che ci ha incantati tutti e tre. E ci ha fatto capire che sposare un uomo ricco, non dà la felicità, ma certo aiuta. Una cosa, non ho capito: perché l’arzilla vecchietta si sveglia tutti i giorni alle 5 di mattina, parte da Pavia, va a Milano Centrale e torna a casa solo 12 ore dopo? Che ce va a fà???